Dopo 145 anni di uomini la Svezia elegge la prima premier donna, ma lei lascia dopo sette ore
Nel primo giorno al governo la sua maggioranza è stata battuta due volte in Aula e gli ambientalisti hanno abbandonato l’alleanza
Magdalena Andersson in poche ore ha battuto due record. Questa mattina è diventata la prima donna a capo del governo svedese, ma nel pomeriggio si è dimessa. Una scelta che ha trasformato la sua esperienza da premier nel governo più corto della storia del Paese scandinavo, forse persino di quella del mondo intero. La giornata era cominciata nel migliore dei modi per la leader socialdemocratica soprannominata “bulldozer" per il suo carattere forte e la capacità di far prevalere la sua linea politica. Nel voto parlamentare poco prima delle 10 del mattino, Andersson ha infatti incassato la fiducia dell’Aula che le è valsa la nomina a capo del governo. Prima donna premier dopo una sfilza di 33 leader uomini negli ultimi 145 anni.
Ma il mandato della premier bulldozer è durato poco. Alle 16 e 15 le agenzia di stampa hanno battuto una notizia inattesa. Il Parlamento svedese ha infatti bocciato la legge di bilancio del governo, ovviamente ereditata dall’esecutivo precedente, ma sostenuta anche dalla neo-premier. Come se non bastasse la doccia fredda a poche ore dalla nomina, l'Aula ha poi approvato il piano di bilancio dell’opposizione. Nonostante il doppio schiaffo in Parlamento, Andersson sembrava determinata ad andare avanti, fino a quando non è arrivata la terza brutta notizia.
Il partito dei Verdi, alleato dei socialisti nel governo appena nato, alle 17 ha abbandonato la coalizione dopo la sconfitta in Parlamento. A irritare gli ambientalisti è stato il passaggio del testo dei Democratici svedesi, partito nazionalista di estrema destra alleato al Parlamento europeo con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Per la premier Andersson la defezione degli alleati è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
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