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Omicidio Gucci: intervista alla complice di Patrizia Reggiani: "Dopo 13 anni di carcere, volevo solo essere dimenticata"

La donna, condannata per essere stata l'intermediaria tra l'assassino di Maurizio Gucci e l’ex moglie Reggiani, mandante del delitto, ha raccontato la sua verità a Live non è la D'Urso

Il nuovo film di Ridley Scott con Lady Gaga e Adam Driver ha riaperto vecchie ferite che hanno spinto Patricia Gucci e Patrizia Reggiani a dire la loro sul film hollywoodiano. A Live non è la D’Urso questa sera è stata ospite Pina Auriemma che ha scontato 13 anni in carcere per essere stata l’intermediaria tra l'assassino di Maurizio Gucci e l’ex moglie Reggiani, mandante del delitto.

A luglio 2010 è tornata alla sua vita da donna libera, ma adesso tutti i suoi sforzi per essere dimenticata sono stati vanificati: “Il mio sogno era di essere dimenticata, ma così non è più. Dopo aver scontato la mia pena fino alla fine, pensavo di non avere più queste sofferenze. Non si può dimenticare che c'è stata una persona uccisa, è una cosa dolorosissima, io vivo con il senso di colpa. Ho rimosso tante cose, ma mai questa. Sono stata cinque anni in analisi per trovarmi di nuovo in una bufera. Dopo 26 anni non si può tornare ancora su questa cosa, anche perché ho lottato per reinserirmi in società”.

Chi è Pina Auriemma detta la “Maga”

“E’ stato un errore, non so chi mi associò alla magia, ma la mia unica colpa anche qui era essere amica della signora Patrizia. Lei aveva l'abitudine di andare a farsi leggere le carte e io l'accompagnavo, io non ci credo a queste cose e anzi mi arrabbiavo. Io sono stata senza motivo chiamata la Maga, non so neanche cosa sia una carta”.

Pina Auriemma e Patrizia Reggiani in carcere

Le due donne, Pina e Patrizia, sono state amiche per 30 anni: “Io non sono mai stata la sua tata o la sua dama di compagnia, eravamo solo amiche, non sono mai stata pagata. Dato che voleva scrivere un libro sulla sua vita, io la aiutavo a ricordare degli aneddoti. Mi faceva pena perché aveva avuto una brutta infanzia con una mamma che non era stata buona. Sono molto sensibile su queste cose. Patrizia è una donna

Barbara D’Urso ha poi chiesto a Auriemma cosa è successo in carcere, informandosi su cosa si sono dette in quei lunghi anni: “Ci siamo evitate, i primi due anni avevamo il divieto di parlarci, pi ha iniziato a provocarmi dicendomi delle cose che è meglio non ripetere. Io sono impulsiva e mi prendevo tutti i rapporti. Io poi ero la bibliotecaria del carcere, organizzavo gli incontri culturali e lei veniva, ma anche quando ci incrociavamo ci ignoravamo. Io non la voglio nè più vedere nè sentire, è una donna pericolosissima. Lei si inventa che le persone la ricattano, le chiedono i soldi. Io le direi che non ho rancore verso di lei, i miei errori sono stati conoscerla, frequentarla e farmi convincere”.

"House of Gucci" e l’omicidio di Maurizio Gucci

A Live non è la D’Urso Auriemma ha raccontato come nacque, in Patrizia Reggiani, il desiderio di uccidere il marito, Maurizio Gucci. Reggiani, che ha scontato la sua pena in carcere, dice che chiedeva a chiunque di uccidere il marito: “Chiedeva dappertutto e a me, mi metteva in croce perché tutti pensano che a Napoli conosciamo tutta questa gente un po' strana. Patrizia lo chiedeva a tutti. Per lei era un tarlo fisso, mi faceva capire che soffriva molto, mi faceva pena. Era una donna che al mondo non aveva nessuno e quindi le presentai un uomo, ma in realtà doveva essere un bluff, non sarebbe morto nessuno”.

La conduttrice ha poi chiesto anche chi dei due fosse più innamorato: “Il loro era un grande amore, ma era più innamorato Maurizio di Patrizia. Allora le ho detto: ‘Io ti presento una persona'. Ma con questa persona si voleva fare una truffa, per farla pagare e non fare niente. Erano tutti personaggi che non contavano. Quando Patrizia ha visto che dopo un mese, due mesi, tre mesi, un anno non succedeva niente, è scesa in campo da sola, si è organizzata con questi personaggi. Io uno glielo avevo presentato. Ma non è quello che ha sparato. Quello che ha sparato non lo conosco. Patrizia è andata a mangiare in un ristorante con queste persone, io non sapevo niente, ha portato dei regali e non so cosa abbia promesso a questa gente, a me non è stato promesso niente”.

“Come si giustificano i 13 anni (la condanna ne prevedeva 19) di carcere?” ha chiesto D’Urso. Pina continua ad affermare di non essere stata l’intermediaria tra Reggiani e il killer, il suo racconto poi si fa confuso e la donna ripete di essere stata malissimo per l’omicidio e che Reggiani, sapendo che lei era buona e debole, le mandò un medico per darle dei tranquillanti: “Sapeva che potevo andare dai carabinieri e dire tutta la verità di quello che era successo. Mi ha mandato un medico e mi ha fatto dare dei sedativi. E poi io me ne sono tornata a Napoli, con una grande ansia e con la voglia di andare a denunciare l’accaduto”. La donna poi ha cercato di dare altre spiegazioni senza però riuscirci.

“Ho un rimorso enorme per quello che è successo, a differenza della moglie per cui è stata una liberazione. Vive felicemente” ha concluso Pina Auriemma.

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